Assorbimetria a raggi X a doppia energia (Dxa): negli Stati Uniti viene raccomandata come screening per l’osteoporosi per le donne con almeno 65 anni e anche per quelle più giovani ma a rischio elevato di frattura. A farlo è la Us preventive services task force, l’agenzia federale che indica a specialisti e paziente cosa dice la scienza riguardo alla prevenzione. Se la Dxa rileva anomalie importanti e rischi, i medici iniziano un trattamento farmacologico. Tuttavia due terzi delle nuove prescrizioni di farmaci per l’osteoporosi sarebbe potenzialmente inappropriato, «perché la diagnosi è effettuata in base ad anomalie che le linee guida internazionali non considerano significative per la diagnosi di osteoporosi; di queste prescrizioni potenzialmente inappropriate, metà sono state fatte a donne giovani senza particolari fattori di rischio, che non avrebbero neppure dovuto essere sottoposte a screening». La denuncia arriva dalle pagine di Jama Internal Medicine che pubblica uno studio di Joshua J. Fenton e dei suoi colleghi dello University of California Davis Medical Center di Sacramento.
L’indagine, di tipo retrospettivo, ha fatto uso di un archivio elettronico contenente cartelle cliniche e radiografie di 6.150 donne tra i 40 e gli 85 anni, che erano state sottoposte a screening con Dxa presso l’ospedale dove operano gli autori, tra il 2006 e il 2011. Di queste, 1.912 (31,1%) sono state sottoposte a trattamento con farmaci antiosteoporotici; un totale di 1.254 (20,4%) presentavano uno o più fattori di rischio di osteoporosi. Complessivamente, 871 donne (14,2%) avevano osteoporosi in una delle sedi principali, ma ben 2.016 (32,8%) in sede non principale, mentre le restanti 3.263 (51%) non mostravano una situazione patologica o presentavano osteopenie isolate.
Tre quarti delle donne con osteoporosi in sito principale ha ricevuto farmaci, ma anche la metà di quelle in sito non principale, il che configura uno scenario di overtreatment.
Gli autori spiegano infatti che, nella popolazione generale, circa una donna su tre ha osteoporosi in un sito non principale che viene, in misura sproporzionata, attribuita a osteoporosi della colonna lombare valutata con Dxa in proiezione laterale. Secondo le linee guida dell’International Society for Clinical Densitometry, la densità minerale ossea della spina lombare valutata in proiezione laterale non dovrebbe essere utilizzata per la diagnosi di osteoporosi, ma a quanto pare i medici statunitensi – o almeno quelli dell’ospedale universitario di Sacramento – non ne sono a conoscenza, oppure ritengono che l’osteoporosi richieda sempre un trattamento, in qualunque sito venga rilevata.
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia