Un’adeguata assunzione di proteine si associa a un ridotto rischio di fragilità nelle donne anziane, secondo un nuovo studio dell’Università della Finlandia orientale e dell’Ospedale universitario di Kuopio, pubblicato sullo European Journal of Nutrition (1).
La fragilità è una condizione multidimensionale comune negli anziani e coloro che ne sono affetti hanno un rischio elevato di perdita di mobilità e di indipendenza, fratture, multimorbilità e mortalità. Molti studiosi hanno suggerito un legame tra fragilità e malnutrizione e le proteine sembrano costituire la sostanza nutritiva più importante in gioco, soprattutto attraverso il loro effetto sulla salute dei muscoli.
La fragilità viene spesso misurata sulla base della presenza dei criteri di Fried: la perdita di peso, la debolezza, la lentezza nel camminare, il basso livello di attività e la spossatezza. Lo stato di fragilità viene definito in presenza di almeno tre di questi fattori, mentre uno o due fattori configurano uno stato di pre-fragilità. Si tratta di condizioni molto comuni: una revisione sistematica della letteratura (2) del 2012, che ha raccolto i dati di 61.500 persone di almeno 65 anni e residenti in comunità per anziani, ha calcolato una prevalenza di oltre il 10%, ma quelli con uno stato di pre-fragilità hanno superato il 40%. Altri studi riportano percentuali molto differenti (tra il 4 e il 5%), ma questa variabilità è giustificata dai diversi criteri adottati per definire la fragilità.
Le raccomandazioni sulla nutrizione nordica emesse nel 2012 suggeriscono un apporto proteico di 1,1-1,3 gr per chilo di peso corporeo come quantità adeguata per preservare la capacità fisica negli anziani. Questo, per una persona che pesa 70 chili, corrisponde a un apporto minimo di 77 gr di proteine. Tuttavia, sono ancora pochi i dati che documentano in modo quantitativo l’associazione dell’assunzione di proteine con la fragilità.
I ricercatori finlandesi hanno analizzato i dati 440 donne di età compresa tra 65 e 72 anni, che avevano partecipato a un più ampio studio, finalizzato ad approfondire i fattore di rischio e la prevenzione dell’osteoporosi.
L’assunzione di proteine – in grammi per chili di peso corporeo – è stata calcolata chiedendo alle partecipanti di documentare la propria alimentazione all’inizio della sperimentazione, per poi controllare, dopo tre anni, il livello di fragilità ossea sulla base della presenza dei criteri di Fried.
Lo studio ha rilevato che l’assunzione della quantità raccomandata di proteine alimentari si è correlata a un minor rischio di fragilità e di pre-fragilità. Al controllo effettuato alla fine del follow-up, gli autori hanno riscontrato fragilità ossea in 36 donne e pre-fragilità in 206: percentuali elevate e in linea con i precedenti dati di letteratura. Ma per le anziane che avevano un’alimentazione sufficientemente proteica il rischio è stato decisamente inferiore sia di pre-fragilità (odds ratio 0,45) che di fragilità (odds ratio 0,09) rispetto a chi assumeva meno di 1,1 grammi di proteine per chilo di peso corporeo.
«La raccomandazione per la salute pubblica è quella di seguire una dieta ottimale con un adeguato apporto proteico – ha dichiarato Arja Erkkilä, una delle autrici –. L’assunzione di proteine è importante per la salute dei muscoli e, secondo i nuovi risultati, può anche prevenire la fragilità».
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia
Bibliografia:
1. Isanejad M et al. Higher protein intake is associated with a lower likelihood of frailty among older women, Kuopio OSTPRE-Fracture Prevention Study. Eur J Nutr. 2019 May 7.
2. Collard RM et al. Prevalence of frailty in community-dwelling older persons: a systematic review. J Am Geriatr Soc 60:1487–1492.