Fino a un terzo delle donne adulte che subiscono una frattura non scomposta dell’ulna potrebbe essere stata vittima di violenza da parte del partner, secondo uno studio presentato al congresso annuale della Radiological Society of North America e coordinato da David Sing, chirurgo ortopedico presso il Boston Medical Center. Questo tipo di fratture si verifica spesso quando le donne sollevano le mani per evitare di essere colpite e vengono talvolta chiamate “fratture del manganello”, perché si osservano anche nelle persone che provano a bloccare i colpi dei manganelli branditi dagli agenti di polizia.
Gli autori dello studio hanno selezionato le fratture all’ulna a partire dalle cartelle cliniche di sei ospedali in donne di età compresa tra 18 e 50 anni. Hanno così identificato 62 pazienti e hanno confermato che 12 di queste fratture erano state causate da atti di violenza da parte del partner. «Tra le caratteristiche radiologiche, abbiamo in particolare esaminato la posizione e lo spostamento della frattura – ha detto David Sing –. Abbiamo così osservato che la violenza è stata fortemente associata a fratture composte o minimamente scomposte. È essenziale intercettare queste situazioni perchè abbiamo risorse che ci permettono di aiutare le donne che subiscono violenze. Abbiamo inoltre constatato che, durante il lockdown conseguente alla pandemia da Covid19, il tasso di violenze domestiche è aumentato e le vittime si sono trovate intrappolate in casa con i propri molestatori».
Bharti Khurana, radiologa presso il Brigham and Women’s Hospital di Boston e autrice senior dello studio, ha dedicato molte delle sue ricerche all’identificazione dei segni radiologici tipici delle violenze domestiche e ritiene che una consapevolezza più diffusa dell’associazione tra le fratture ulnari con questo tipo di violenze potrà aiutare a intervenire precocemente: «prima possiamo affrontare e modificare i comportamenti e meglio è; proprio come è importante diagnosticare un tumore il prima possibile, anche in questi casi una diagnosi rapida ci dà una maggiore possibilità di interrompere il ciclo della violenza».
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia