
In alto: sezioni trasversali del muscolo due settimane dopo l’infortunio nei gruppi non trattati e trattati con il ghiaccio.
In basso: distribuzione percentuale della superfici delle sezioni delle fibre muscolari rigenerate. Quelle dei topi trattati con il ghiaccio erano più piccole.
Credit: Takamitsu Arakawa et al.
Il ghiaccio viene tradizionalmente utilizzato per ridurre l’infiammazione che si produce in seguito a una lesione. Il trattamento Rice (Rest, ice, compression, elevation) è uno tra i più diffusi e raccomandati come primo soccorso nel caso di lesioni muscolo-scheletriche acute come distorsioni e stiramenti e, oltre all’infiammazione e al gonfiore associato, riduce anche il dolore di cui soffre l’infortunato.
Tuttavia, l’infiammazione è uno dei meccanismi di guarigione che l’organismo mette in atto in risposta alle lesioni tissutali, quindi contrastarla con il ghiaccio potrebbe inibire il suo tentativo di autoripararsi.
Gli esperimenti finora condotti per valutare le conseguenza dell’applicazione di ghiaccio a contatto dei muscoli lesionati a causa di un infortunio hanno prodotto risultati contrastanti. Alcuni studiosi hanno riferito che ritarda la rigenerazione muscolare, mentre altri hanno affermato che non inibisce questo processo.
Tuttavia, nessuna delle ricerche aveva ancora investigato gli effetti dell’applicazione del ghiaccio utilizzando un modello di infortunio che simulasse le comuni lesioni sportive causate da contrazione muscolare. Ci ha pensato un team di ricercatori giapponesi che, con uno studio su modello murino, hanno confermato che effettivamente il ghiaccio posto sui muscoli feriti ritarda la rigenerazione muscolare.
Dopo aver prodotto contrazioni muscolari eccentriche nelle zampe dei topi di laboratorio, del tutto analoghe a quelle che spesso si verificano negli esseri umani in infortuni sportivi, ad alcuni sono stati applicati impacchi di ghiaccio in tre sessioni al giorno di 30 minuti per i due giorni successivi alla lesione, mentre gli altri non sono stati trattati. Due settimane dopo, gli sperimentatori hanno studiato il muscolo scheletrico rigenerato, riscontrando una percentuale significativamente più alta di fibre muscolari medio-grandi nei topi a cui non era stato applicato il ghiaccio rispetto a quelli inseriti nel gruppo di intervento: il ghiaccio aveva dunque ritardato la rigenerazione muscoloscheletrica.
Inoltre, come si può leggere sul Journal of Applied Physiology, analizzando campioni di tessuto muscolare, gli autori hanno mostrato che il fenomeno può essere correlato alla capacità dei macrofagi infiammatori di infiltrarsi nelle cellule danneggiate.
La scoperta giapponese suggerisce dunque un cambio di paradigma. «Nello sport – ha dichiarato Takamitsu Arakawa, professore di scienza della riabilitazione all’Università di Kobe e autore senior dello studio – è ampiamente accettato il mantra di applicare immediatamente il ghiaccio dopo un infortunio, indipendentemente dalla sua gravità. Ma il meccanismo che abbiamo chiarito con la nostra ricerca suggerisce che evitando questo approccio si potrebbe ottenere un recupero più rapido».
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia