Mentre sono ampiamente descritte nell’età adulta, sia per gli aspetti diagnostici che per le opzioni di trattamento e riabilitazione, ancora poco studiate e povere di indicazioni terapeutiche sono le sindromi algiche vertebrali dell’infanzia e dell’adolescenza, di cui negli anni recenti i dati epidemiologici, benché scarsi, suggeriscono una preoccupante espansione.
Nel 2019 un editoriale apparso sulle pagine dello European Spine Journal (1) sollecitava una particolare attenzione al fenomeno, indicandolo come “questione di salute pubblica” sulla base di dati di prevalenza in netta crescita, soprattutto per quanto riguarda la sintomatologia lombalgica. Questa infatti sembra interessare addirittura il 70-80% dei soggetti in qualche momento della loro vita prima dei 20 anni e risulta connessa a un alto rischio di ricorrenza e cronicizzazione in età successiva.
L’appello, a firma di due ricercatori dell’International Spine Research and Innovation Institute del Rush University Medical Center di Chicago, si concludeva con la considerazione che in merito alle rachialgie della popolazione pediatrica è urgente l’approfondimento delle conoscenze epidemiologiche ed eziopatogenetiche e lo sviluppo di strumenti di valutazione e linee guida diagnostico-terapeutiche specifiche.
In questo filone di ricerca si colloca il lavoro di revisione sistematica della letteratura e metanalisi condotto presso lo University Medical Center di Rotterdam e pubblicato dalla rivista Spine (2), che ha indagato la diffusione e la tipologia delle principali anomalie disco-vertebrali rilevabili con risonanza magnetica in bambini e adolescenti.
Dai 31 studi datati fino al 2018 inclusi nella revisione, per un totale di 2.373 soggetti di età compresa tra i 4 e i 19 anni esaminati per lo più in ambito ospedaliero o sportivo, sono emersi 49 reperti radiologici in tutto tra discopatie di tipo prevalentemente degenerativo e compressivo-dislocativo e anomalie vertebrali a carico del corpo, dell’arco o dei processi posteriori, nella maggior parte dei casi alterazioni dell’endplate e spondilolisi, e dell’osso sacro.
I dati di prevalenza cumulativa ripartiti per tre sottogruppi di soggetti, individuati rispettivamente in base alla presenza di dolore lombare e alla pratica abituale o meno di attività sportiva in assenza di sintomi, hanno evidenziato nel gruppo dei bambini e ragazzi affetti da lombalgia tassi di riscontri patologici decisamente superiori a quelli registrati nei giovani atleti e non atleti asintomatici.
«Sebbene per la lombalgia non sia ancora stabilita chiaramente una relazione causale tra anomalie disco-vertebrali e sintomatologia, l’associazione tra i due fattori osservata nella popolazione pediatrica oggetto della nostra revisione è in accordo con quanto si rileva nell’età adulta» commentano i radiologi olandesi, auspicando infine che ulteriori studi possano contribuire a identificare eventuali condizioni di rischio per lo sviluppo di patologie disco-vertebrali in età giovanile e per l’esordio e la persistenza della sintomatologia algica associata.
Monica Oldani
Giornalista Tabloid di Ortopedia
Bibliografia:
1. Hwang J, Louie PK, Phillips FM, An HS, Samartzis D. Low back pain in children: a rising concern. Eur Spine J. 2019;28:211-213.
2. van den Heuvel MM et al. The prevalence of abnormalities in the pediatric spine on MRI. A systematic review and meta-Analysis. Spine 2020;45(18):E1185-E1196.