Il 79% delle persone sottoposte a osteotomia tibiale alta di ginocchio non ha dovuto, nei dieci anni successivi, ricorrere a un intervento di sostituzione. La percentuale è stata calcolata sui 556 pazienti inseriti in uno studio della Western University di London, in Canada, di cui ci dà notizia il giornale dell’Associazione medica canadese.
L’osteotomia tibiale alta a cuneo aperto è un intervento di riallineamento degli arti destinato a pazienti con artrosi nel compartimento mediale del ginocchio che non sono candidati idonei per la sostituzione totale dell’articolazione a causa della malattia meno grave, dell’età più giovane e delle maggiori esigenze fisiche. Lo scopo è di spostare il carico dal compartimento del ginocchio più coinvolto e limitare in tal modo la progressione dell’artrosi. Molti chirurghi che praticano questo intervento hanno ottenuto miglioramenti clinicamente importanti nella funzionalità e nella riduzione del dolore, ma si tratta di un’opzione ancora non molto diffusa in Canada e neppure nel nostro Paese, dato che il successo della chirurgia protesica ha ridimensionato questa alternativa.
Tuttavia, nell’ospedale universitario di questa cittadina dell’Ontario, i chirurghi ricorrono frequentemente all’osteotomia alto-tibiale con l’obiettivo di prevenire o ritardare la necessità della protesi e hanno dunque deciso di tirare le somme della loro esperienza per verificare, retrospettivamente, se è risultata davvero efficace.
«I ridotti tassi di osteotomia tibiale alta sono in parte dovuti alla diffusa percezione che la procedura sia adatta solo a un sottogruppo molto specifico di pazienti con artrosi del ginocchio, che richiederanno comunque la sostituzione totale dell’articolazione» ha detto Trevor Birmingham, uno degli autori dello studio. Ma i ricercatori hanno scoperto che, delle quasi 600 persone che avevano ricevuto questo intervento, il 95% non ha avuto bisogno di una sostituzione totale del ginocchio entro cinque anni e il 79% neppure a distanza di dieci anni.
Anche i pazienti di solito non considerati buoni candidati per l’osteotomia tibiale alta, come le donne e quelli con malattia in stadio avanzato, ne hanno tratto beneficio, visto che il 70% di loro non è stato sottoposto a intervento di sostituzione nei dieci anni di follow-up. Questa percentuale è salita all’87% per i pazienti operati in una fase precoce di osteoartrosi.
Oltre alle indicazioni, ci sono comunque ulteriori considerazioni da fare prima di proporre questo intervento: Jeffrey Schildhorn, chirurgo ortopedico al Lenox Hill Hospital di New York e revisore dello studio canadese, ha detto che l’unico aspetto negativo dell’osteotomia tibiale alta è che i pazienti non possono caricare per almeno un mese dopo la procedura, che per questo motivo viene utilizzata solo per i pazienti abbastanza forti da usare le stampelle. «Quando tratto i pazienti, una delle ragioni che mi limitano nell’offrire certe opzioni è ciò che penso possano tollerare – ha dichiarato Schildorn –. Se non credo che qualcuno sarà in grado di sottoporsi alla corretta riabilitazione, in questo caso non appoggiare il peso sul ginocchio operato per quattro o sei settimane ed eseguire l’impegnativa terapia fisica che può essere necessaria, allora non propongo questo tipo di intervento».
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia