Una nuova ricerca pubblicata sul Journal of Bone and Mineral Research ha messo in relazione un maggior peso alla nascita con, in età adulta, un’inferiore densità minerale ossea e un conseguente aumentato rischio di fratture ossee.
Lo studio ha attinto al grande database di UK Biobank, che contiene informazioni sanitarie approfondite relative a circa mezzo milione di cittadini britannici per effettuare una valutazione sistematica della relazione tra peso alla nascita e osteoporosi. Le indagini hanno mostrato che il peso alla nascita è correlato negativamente alla densità minerale ossea e positivamente al rischio di frattura.
Potrebbe trattarsi di un caso, anche se all’aumentare del campione statistico diventa sempre meno probabile. I ricercatori inglesi hanno quindi approfondito la questione analizzando le immagini ottenute da risonanze magnetiche e sono giunti alla conclusione che esiste un nesso causale.
Le ragioni potrebbero essere di natura genetica. Una terza fase dello studio ha infatti incrociato i dati contenuti in UK Biobank con quelli registrati in archivi genetici, di dimensioni più contenute ma sufficienti per effettuare indagini statistiche. Con l’aiuto di analisi multivariate, gli autori hanno individuato rischi poligenici comuni condivisi dal basso peso alla nascita, densità minerale ossea stimata e rischio di fratture, suggerendo un’architettura genetica condivisa.
A determinare questa associazione potrebbero concorrere alcuni fattori correlati sia al peso alla nascita che all’osteoporosi. Tra questi, lo studio suggerisce alcuni fattori legati allo sviluppo embrionale, come la durata della gestazione o la circonferenza della testa, e tratti antropometrici, come l’altezza del neonato, la percentuale di massa magra, la circonferenza del petto e della coscia… tutti elementi che meriteranno ulteriori approfondimenti.
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia