I ricercatori della University of Michigan hanno scoperto che un sottogruppo di uomini di mezza età con paralisi cerebrale ha una probabilità di fratture più di cinque volte superiore rispetto a chi non soffre di questa patologia.
«Non siamo davvero sicuri del perché questo accada – ha detto Edward A. Hurvitz, uno degli autori della ricerca –. Potrebbe essere correlato a differenze strutturali che si verificano durante la crescita adolescenziale o a una maggiore perdita di minerali ossei in età precoce per le persone con paralisi cerebrale rispetto ai coetanei».
Lo studio, pubblicato su Bone, ha esaminato i tempi e il sito delle fratture ossee di circa dieci milioni di persone, con e senza paralisi cerebrale, tratti da archivi delle assicurazioni sanitarie statunitensi, scoprendo che le persone con questa disabilità hanno ossa fragili che presentano un alto rischio di frattura, ma in momenti diversi nel corso della vita rispetto alla popolazione generale.
Oltre al rischio di frattura sorprendentemente elevato negli uomini di mezza età, i ricercatori hanno appurato che l’adolescenza e gli anni immediatamente successivi sono un periodo particolarmente vulnerabile alle fratture per le persone con paralisi cerebrale, con differenze tra femmine e maschi.
Scoprendo che sia l’età che il genere influenzano il rischio di frattura in momenti diversi nel corso della vita e identificando i periodi di maggiore criticità, i ricercatori americani hanno posto le basi per una migliore prevenzione delle fratture in questa popolazione.
«Se consideriamo l’alto rischio di malattie croniche e la mortalità precoce che si associano alle fratture – ha aggiunto Hurvitz – la prevenzione delle fratture per questa popolazione diventa un aspetto critico della loro cura».
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia