
A: L’immagine RM mostra una normale capsula articolare ipertensiva nella cavità ascellare (freccia). Notare la lesione a tutto spessore del tendine sovraspinato (frecce) B: L’immagine RM mostra un triangolo grasso subcoracoide conservato (asterisco)
Due elementi evidenziati dalla risonanza magnetica – edema della capsula articolare e spessore del recesso ascellare – si sono rivelati utili nel prevedere la spalla rigida nei pazienti con lesioni alla cuffia dei rotatori. Lo si legge in una ricerca pubblicata sull’American Journal of Roentgenology.
Studiando 106 pazienti con diverse lesioni a tutto spessore della cuffia dei rotatori (tutte comunque minori di cinque centimetri), oltre all’edema della capsula articolare e allo spessore del recesso ascellare, i ricercatori hanno valutato la distruzione del triangolo grasso subcoracoide, la degenerazione del grasso del muscolo lesionato della cuffia dei rotatori e il grado di ritrazione.
Come ha scritto Yoon Yi Kim, il ricercatore sud-coreano coordinatore dello studio, «si è osservata una correlazione lineare negativa tra il range of motion limitato in avanti e in elevazione e lo spessore della capsula articolare nella cavità glenoidea; analogamente si è avuta una correlazione negativa tra la difficoltà di rotazione interna e l’edema della capsula articolare in corrispondenza del recesso ascellare. Inoltre, la degenerazione grassa si è rivelata un predittore indipendente di una limitazione del range o motion, in particolare nella rotazione interna. Analogamente, si è visto che il sesso maschile e una lesione della cuffia dei rotatori nella zona postero-superiore sono predittori indipendenti di una difficoltà di rotazione esterna.
«Questo studio è importante – ha fatto notare Kim – perché è la prima volta che si evidenziano anomalie della capsula articolare nelle immagini della risonanza magnetica, come fattori associati alla spalla rigida in pazienti con lesioni alla cuffia dei rotatori».
Giampiero Pilat
Giornalista Taboid di Ortopedia