Gli interventi alla colonna vertebrale sono sicuri anche nei pazienti anziani. Secondo uno studio giapponese, infatti, i pazienti con ottanta anni di età o più tendono ad avere spesso complicanze dopo un intervento di chirurgia vertebrale, ma queste complicanze non sono gravi, ovvero non sono potenzialmente fatali. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Neurosurgery: Spine ed è stato condotto in più centri di Sapporo, in Giappone.
Il gruppo di pazienti consisteva in 270 persone con un’età media di 83,2 anni (vedi immagine). Pazienti con cancro, infezioni o traumi sono stati esclusi dallo studio, mentre erano inclusi pazienti operati per problemi legati all’osteoporosi. Gli interventi, avvenuti nel 2017, erano stati eseguiti con procedure “open”, a parte i casi di cifoplastica. Non sono stati inclusi interventi con strumenti endoscopici.
Lo scopo dello studio era determinare il tipo di complicanze che possono manifestarsi nei pazienti anziani e i relativi fattori di rischio. Sono stati classificati gli interventi a seconda della regione operata, per esempio cervicale o toracica, del tipo, come il trattamento decompressivo, la chirurgia strumentata o la cifoplastica, la durata dell’intervento, il numero di vertebre trattate e la quantità di sangue perso. È stato anche valutato lo stato di salute dei pazienti prima dell’operazione con vari indici, come l’Ecog-PS, che misura il grado delle attività della vita quotidiana dei pazienti ed è usato in ambito oncologico.
Ecco i risultati: circa il 20% dei pazienti ha sviluppato complicanze durante l’operazione o entro i primi 30 giorni. L’8% dei pazienti ha avuto una complicanza relativa al sito operato, come infezioni della ferita chirurgica ed ematomi. In alcuni casi la complicanza dipendeva dal tipo di intervento. Per esempio, nei casi di chirurgia strumentata venivano registrati casi di frattura della vertebra inferiore trattata. Nessun paziente ha avuto gravi complicanze sistemiche, come insufficienza cardiovascolare, polmonite, danno renale. Quasi il 15% dei pazienti ha avuto una complicanza sistemica di tipo minore, come anemia, delirio o infezioni delle vie urinarie. Il 4% dei pazienti ha avuto bisogno di una nuova operazione.
L’analisi ha mostrato che una limitata attività della vita quotidiana, gli interventi di chirurgia strumentata e gli interventi di oltre tre ore erano associati a complicanze sistemiche di tipo minore. In particolare la chirurgia strumentata, magari con l’inserimento di placche o viti, e un tempo di operazione oltre le tre ore avevano 2,9 volte più probabilità di causare complicanze sistemiche di tipo minore.
Claudia Grisanti
Giornalista Tabloid di Ortopedia