Molti ritengono che le lunghe sedute al computer e il continuo utilizzo del mouse richiesti dai tanti lavori impiegatizi espongano a una maggiore probabilità di contrarre la sindrome del tunnel carpale, ma sembra che i muratori e altri lavoratori manuali corrano un rischio maggiore. Lo dimostra uno studio retrospettivo condotto da Charles Day, alla guida di un gruppo di ricercatori della Wayne State University, in Michigan, in cui si segnala che i gesti di sollevamento, di presa e di flessione dei polsi contribuiscono alla compressione del nervo mediano della mano caratteristica di questa patologia.
Day, che è responsabile del reparto di Chirurgia della mano e degli arti superiori presso l’ospedale Henry Ford di Detroit, esegue di routine un gran numero di interventi mininvasivi di decompressione su pazienti che hanno sviluppato questa condizione e, sulla scorta della sua esperienza e dei risultati dello studio pubblicato sul Journal of Occupational and Environmental Medicine, raccomanda di considerare allo stesso modo impiegati e lavoratori manuali.
Il team statunitense ha analizzato i dati nazionali relativi a occupazione e infortuni contenuti negli archivi del Bureau of Labor Statistics e compresi tra il 2003 e il 2018. Le casistiche di sindrome del tunnel carpale riscontrati nelle aziende impiegatizie e in quelle che impiegano prevalentemente lavoratori manuali sono state confrontate utilizzando metodi statistici come l’analisi di varianza e la regressione lineare. I dati mostrano una costante tendenza alla diminuzione dei casi nel corso degli anni, che restano tuttavia numerosi, mentre la loro incidenza risulta significativamente superiore tra operai e muratori rispetto a coloro che lavorano alla scrivania.
Sebbene il tunnel carpale possa essere causato o associato a numerose condizioni, come il diabete, disfunzioni della tiroide o disturbi autoimmuni, viene spesso riportato come conseguenza a infortuni sul lavoro, caratterizzati in genere dalla ripetizione di gesti che, presi singolarmente, non avrebbero conseguenze significative. Oltre a movimenti che comportano il continuo coinvolgimento delle dita, lo studio riporta danni associati alle vibrazioni e ai movimenti estremi del polso. Si tratta di gesti che i lavoratori difficilmente possono evitare di compiere, ma la raccomandazione di Day e colleghi è di una maggiore attenzione al comparire dei primi sintomi e, ai responsabili delle imprese, di dedicare una maggiore attenzione agli aspetti ergonomici delle attività lavorative.
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia