Sul New England Journal of Medicine (1) è arrivata la conferma: il virus Sars-CoV-2 che causa la malattia Covid-19 è stabile per diverse ore o giorni negli aerosol e sulle superfici, in maniera molto simile agli altri coronavirus indagati in studi passati (2).
Secondo il nuovo studio condotto dagli scienziati americani del National Institutes of Health e dell’Università di Princeton, il virus Sars-CoV-2 che sta mettendo in ginocchio il mondo è rilevabile negli aerosol fino a tre ore, sul rame fino a 4 ore, sul cartone fino a 24 ore e su plastica e acciaio inossidabile fino a 2-3 giorni.
I risultati forniscono quindi informazioni chiave sulla stabilità del virus Sars-CoV-2 e suggeriscono che le persone possono infettarsi per via aerea e dopo aver toccato oggetti contaminati. Per stabilirlo i ricercatori hanno simulato il deposito del virus su superfici costituite con materiali tipici di un ambiente domestico e ospedaliero. Hanno poi misurato per quanto tempo il virus è rimasto attivo su queste superfici. Ma per una piena comprensione del fenomeno ci sarà da studiare la reale efficacia di questa modalità di trasmissione, valutando effettivamente quanta carica virale sia necessaria sulle superfici per far sì che il virus possa trasmettersi dagli oggetti alle persone. Non è detto infatti che questa trasmissione sia così efficace, ma il principio di precauzione è alla base delle indicazioni di lavarsi le mani, Usare i Dpi, detergere le superfici e sanificare gli ambienti chiusi. Molti comuni, tra cui Roma, Milano, Torino e Venezia, hanno deciso di igienizzare le strade.
Ad ogni modo gli stessi ricercatori, verificando un comportamento simile nello studio di stabilità dei due virus, il nuovo Sars-CoV-2 e il “vecchio” Sars-CoV-1, non riescono a spiegarsi come il patogeno dei nostri giorni si sia diffuso così tanto e così velocemente, mentre il Sars-CoV-1, per il quale non si registrano casi dal 2004, è stato contenuto grazie a un’intensa tracciabilità dei contatti e da misure di isolamento dei casi. Probabilmente la risposta va ricercata nel ruolo degli asintomatici nel trasmettere il virus. Infine, riguardo alle strutture sanitarie, i ricercatori scrivono che «la stabilità di Sars-CoV-2 negli aerosol e sulle superfici probabilmente contribuisce alla trasmissione del virus» anche in questi ambienti, suggerendo quindi di utilizzare precauzioni simili a quelle per l’influenza e altri virus respiratori.
Ma come si comportano le goccioline di saliva che emettiamo parlando, tossendo o starnutendo? In generale, le caratteristiche dell’ambiente (aperto o chiuso, quantità di condizionamento, umidità, temperatura ecc.) e la dimensione delle goccioline determinano per quanto tempo esse rimangono sospese in aria prima di depositarsi al suolo per gravità o essere inalate in diverse parti del sistema respiratorio (3, 4). In particolare secondo uno studio del 2019 (3), molecole di dimensioni pari a 10 μm rimangono sospese (entro 1,5 metri) solo per 8 minuti, mentre molecole più piccole, di dimensione 1,9 μm, possono rimanere sospese nell’aria fino a 216 min e si depositano più facilmente, se inalate, nella regione alveolare.
Andrea Peren
Giornalista Tabloid di Ortopedia
Bibliografia
1. van Doremalen N, Bushmaker T, Morris DH, et al. Aerosol and Surface Stability of SARS-CoV-2 as Compared with SARS-CoV-1 [published online ahead of print, 2020 Mar 17]. N Engl J Med. 2020;10.1056/NEJMc2004973.
2. Kampf G et al. Persistence of coronaviruses on inanimate surfaces and their inactivation with biocidal agents. J Hosp Infect. 2020.
3. Marr LC, Tang JW, Van Mullekom J, Lakdawala SS. Mechanistic insights into the effect of humidity on airborne influenza virus survival, transmission and incidence. J R Soc Interface. 2019;16 (150):20180298.
4. Tellier R, Li Y, Cowling B, Tang J. Recognition of aerosol transmission of infectious agents: a commentary. BMC Infectious Diseases 2019 19:101.